Pierluigi Perri, Ph.D., è Avvocato ed è responsabile della practice area Data Protection & Privacy dello Studio Legale Chiomenti.
Professore Associato di “Sicurezza Informatica, Privacy e Protezione dei Dati Sensibili” presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, dal 2017 è Fondatore e Direttore del Corso di Perfezionamento post-laurea in “Data Protection e Data Governance” e “Big Data, Intelligenza Artificiale e Piattaforme”.
Sempre presso lo stesso Ateneo, riveste il ruolo di Data Protection Officer dal 2018 e di e vice coordinatore del centro di ricerca Information Society Law Center (ISLC).
È stato correlatore per il Consiglio d’Europa del Comitato di esperti su “Human Rights Dimensions of Automated Data Processing and Different Forms of Artificial Intelligence” e funzionario distaccato presso la Cybercrime Division della Information Society and Action against Crime Directorate del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
È stato Visiting Postdoctoral Associate presso l’Information Society Project della Yale Law School, Non-Residential Fellow presso il Center for Internet and Society della Stanford University – Faculty of Law, Visiting Researcher presso il Legal & Corporate Affairs Department di Microsoft Corp. a Redmond.
I suoi interessi accademici si concentrano su privacy, sicurezza informatica, crimini informatici e computer forensics.
È autore di tre libri e di numerosi articoli scientifici riguardanti la sorveglianza e i diritti fondamentali, la privacy e la sicurezza informatica.
Moderatore tavola rotonda
Titolo dello speech
L’utilizzo dell’IA tra esigenze di contrasto ai crimini online e tutela dei diritti delle persone
Abstract
L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale sta modificando anche le tecniche d’indagine e di contrasto ai crimini informatici. Diverse attività che prima richiedevano considerevoli sforzi ad analisti e investigatori, infatti, adesso sono intercettate in maniera molto efficiente da sistemi di analisi automatica dell’attività degli utenti. Questa innovazione, da un lato, potrà certamente contribuire a ridurre l’incidenza di alcuni schemi criminali ma, dall’altro, è indispensabile domandarsi quanto e come questi strumenti possono invadere la vita intima delle persone, andando a violare alcuni diritti costituzionalmente garantiti. L’intervento si concentrerà quindi sulle esperienze attualmente conosciute, e su come i giuristi e gli informatici debbano insieme individuare un possibile bilanciamento normativo e tecnologico volto ad evitare di perdere o rallentare gli indubbi progressi offerti da queste tecnologie.